Ho la testa fra le nuvole

sono sbadato, si, sono proprio sbadato; ma e' il prezzo che bisogna pagare per vedere tutto dall'alto: ogni tanto mi trovo con la visuale ridotta ad un metro, felice di essermi perso tra le nuvole. A proposito io odio volare...siiii, ve l’ho detto, sono sbadato: io odio volare ma ho la testa fra le nuvole.

martedì, aprile 04, 2006

Le sei birre e i tre infami.


Il Belga che non sapeva nulla dell'Italia e tantomeno di Genova, mi stava spiegandoquali erano le due cose per cui era famoso il Belgio. Oggi quella discussione mi sembra totalmente assurada, ma in quel momento tutto aveva un senso in quanto la griglia metallica che circondava la festa privata nella quale mi ero intruffolato mi faceva ricordare di aver mantenuto una promessa.
Prima Birra: Ieri (domenica), per non farmi mancare niente dalla vita, mi sono svegliato alle sei per seguire le safety car del GP di Australia, ma mezz'ora dopo ero di nuovo fra le braccia di Ipno. La sveglia, che evidentemente non crede alle divinita' greche, mi ha riportato alla vita di tutti i giorni appena due orette dopo. Avevo organizzato tutto: giretto a Bruxelles la mattina e giretto a Ninove (dove termina il giro delle Fiandre e dove lavoro abitualmente) il pomeriggio; tutto sembrava intelligente la partenza era intelligente, l'arrivo era intelligente, il viaggio era intelligente ma io? Dopo rapida colazione, un treno particolarmente in orario (mica siamo in Italia) mi ha portato alla stazione Bruxelles Centrale. A Bruxelles ho scoperto (chissa' come mai?) che andare a visitare l'Atomium la domenica a mezzogiorno non e' proprio intelligente. Dopo un'ora di coda ho potuto iniziare a girare per le palle della gigantesca costruzione. L'atomium e' diviso in due parti, le palle basse, che si girano utilizzando scale mobili e non, e la palla suprema, che si raggiunge utilizzando un ascensore che come dice la ragazza dell'ascendore nel '58 era il piu' veloce d'europa (chi se ne frega?); quindi visto che con un biglietto potevo visitare tutte e due le parti, mi dovevo scoppiare altre due code, ma per fortuna, per quella dell'ascensore, sono riuscito a passare per un apppartenete ad un gruppo di tedeschi ed il tempo si e' dimezzato (senno' altro che giramento di palle...). All'uscita, visto che ormai erano le 2, mi sono recato a mangiare in un fast(neanche tanto vista la coda) food (neanche tanto visto il cibo) Le Quick, ma balbuziente dalla fame, invece di chiedere un Big Bacon ho chiesto un Big Mac, panino di punta del Mac Donald, ed una birra, nell'ilarita' generale della folla.
Seconda birra: a questo punto dopo una veloce visita alla Grand Place, mi sono diretto in stazione per fare un biglietto per Ninove; la cosa difficile e' che gli orari in Belgio sono divisi in due tabelloni, feriali e festivi, e i dati che avevo preso erano solo di quelli feriali; cosi', dopo molte avventure linguistiche delle quali non vorrei narrare in questo momento, mi sono ritrovato alle 16.20 alla stazione di Dender##### ... in the middle of nowhere. Sapendo ormai che il giro era bello che finito mi restavano due scelte: treno per Gent per arrivare a casetta oppure treno per Ninove alla disperata ricerca di Cassani e Bulbarelli. Raccogliendo tutta la mia incoscienza ho preso il treno che portava al sole di Ninove. Arrivato sul luogo del delitto (l'arrivo) che si trova a cento metri dal palazzo dove lavoro mi sono dato da fare per cercare Italiani e personaggi vari, ma niente da fare.Girando la mia attenzione e' stata attirata da alcune ragazze che stavano aspettando per un autografo all'entrata di una zona recintata. L'entrata era veramente inviolabile: quattro varchi larghi non piu' di mezzo metro ognuno dei quali era controllato da due bestie di satana due metri per tre. Ero proprio sul punto di cedere e tornare a casa con le pive nel sacco, quando un tizio forse intenerito dalla mia faccia stravolta, mi ha detto qualcosa in olandese e ad un mio cenno dubbioso, mi ha dato il suo pass!! Ho aspettato un poco e sono entrato dietro a due personalita' belghe, che onore, il buttafuori mi ha fatto anche un cenno di assenso misto invidia, chissa' chi erano quei due? Comunque, il pass che avevo non mi permetteva, di avere un braccialetto speciale che serviva, in teoria, per ritirare tutta la birra che volevo, dico in teoria perche' all'interno di quei capannoni c'era il peggio degli ubriaconi del Belgio, e quindi prendere una birra senza mostrare il braccialetto e' stato un gioco da ragazzi.
Terza Birra: Ho girato in quei capannoni ma di italiani non ne ho visti, forse la batosta per la corsa e' stata dura da digerire, fatto sta che mi trovavo circondato da giornalisti ed ex-campioni di ciclismo belga dei quali io purtroppo non riconoscevo nemmeno un volto. Per buttare giu' quella brutta sensazione ho raccolto da un vassoio di una cameriera un birra appena spillata.
Quarta birra: con la vescica ormai piena mi sono recato in bagno per svuotarla, ma appena ne sono uscito un barbone (fisicamente barbone) mi e' caduto davanti, allora, io e un Belga che assomigliava al proprietario' del Milk che assomiglia a Benny Hill, lo abbiamo aiutato a rialzarsi. Benny Hill ha incominciato a chiedermi di dove ero come mai io Italiano ero riuscito ad entrare, allora io -ormai avevo perso qualsiasi forma di pudore- gli ho confessato l'inghippo; lui ridendo ha indicato di servirmi pure, io ho preso la prima birra a portata di mano, e a quel punto mi sono dovuto sorbire quali erano le due cose per cui il belgio e' famoso (e io che pensavo che non fosse famoso...).
Quinta & Sesta Birra: <<...vedi il Belgio e' famoso per due cose: il bere e il cibo; se tu vai in Francia trovi molti vini raffinati ma il cibo non e' assolutamente buono; anche in Italia trovi ottimi vini ma di cibo avete solo gli spaghetti e le lasagne...>> a questo punto il mio cervello era gia' su una nuvola in alto e il mio corpo annuiva al ritmo di un movimento ogni 10 secondi: in quel momento pensavo che l'azione che avevo fatto era degna di finire nel libro sulla storia del Branco che prima o poi Bogo scrivera', e che la dedica andava a Lastrico del quale io sono stato
solo un piccolo emulatore. A salvarmi da un ritorno a casa ad ora piu' che notturna e dalla delirante conversazione (il belga mi diceva che loro non sanno niente di noi Italiani ma tutto degli Spagnoli e quindi io gli stavo spiegando da brillo in inglese quale era la situazione italiana) ci hanno pensato i miei colleghi che mi hanno invitato ad una cena a Bruxelles durante la quale avrei consumato le due birre rimanenti e dove sarei rimasto vittima dei tre loschi individui. Dentro al tex-mex non so come, non so il perche', ma i tre infami sono riusci con un articolato gioco di frasi a farmi credere che mi avessero spostato di gruppo e che, quindi, mi dovessi trattenere qui in Belgio ancora per 4 mesi circa. In quel momento ho mangiato il Chili con carne piu' amaro che uomo abbia mai degustato. Ora voi dite: "ma come hai fatto a caderci?". A parte il fatto che non sono ancora sicuro che sia stato uno scherzo, e tremo ogni volta che mi squilla il telefono o mi arriva una e-mail dal grande capo, comunque tutte le cose che mi dicevano coincidevano ed erano basate su avvenimenti veramente successi. La prima cosa che ho detto e' stata:"Va beh, niente mondiali con gli amici", la seconda:"se lo sapevo mi evitavo la visita a bruxelles stamattina", somma alla fin fine stare qua non e' poi cosi'... no e' cosi male. ci vediamo al piu' presto.
Alla prossima...

1 Comments:

  • At mercoledì, aprile 05, 2006 2:54:00 PM, Anonymous Anonimo said…

    Ciao, in un momento di crisi lavorativa, scusa, ma min sono fatto due risate con le tue avventure del week-end...beh sei quasi pronto per girare il tuo primo film da protagonista..."Un Italiano all'estero....", beh va beh venendo alle cose serie ma non ti lasciano venire a prendere una boccata d'aria a casuccia giusto per le elezioni... se arrivi passa a salutare... Ciaooo fra

     

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